martedì 20 agosto 2013

La IX sinfonia di BEETHOVEN

 
Nel primo tempo (Allegro, ma non troppo, un poco maestoso) domina l'espressione di sentimenti dolorosi, accennati da un'introduzione quasi misteriosa nella quale il tema fondamentale irrompe all'improvviso; e poi è tutto un alternarsi di sentimenti di tenerezza anelante, di dubbio tormentoso, di speranza trepida di angoscioso tremore. La mirabile pagina, ora affascinante ed agitata, ora calma e placida, verso la fine è l'immagine stessa dell'afflizione umana, è tristezza cupa e disperata, che tuttavia chiude in sè la forza per anelare alla gioia.
Fino dalle prime battute del secondo tempo (Molto vivace) ci si trova in un'atmosfera completamente diversa, piena di animazione impetuosa ricca di elementi fantasiosi in cui, favorito dalla grande varietà e vivacità strumentale, fa capolino un garbato umorismo. L'animo trova nella freschezza del Trio un momentaneo riposo; è una semplice ed ingenua serenità che fa pensare alla Sinfonia pastorale; ma è calma di breve durata: la corsa vertigionosa riprende con un brusco impeto, come per reagire a vana lusinga.
Il terso tempo (Adagio molto e cantabile) inizia con accenni di preghiera dolce e grave in cui è stemperato un senso di dioia semplice e pura; segue un secondo tema più appassionato;  ma il primo riprende in forma di variazione esprimendo un sentimento più grave eprofondo, che il secondo tema, riapparendo, riporta nella sfera dell'umana passione. Nell'Adagio il tema della preghiera dapprima è svolto in forma polifonica dai fiati e da lievi pizzicati degli archi, poi si eleva nella forma più complessa della magnificazione lirica ed aumenta di calore e di soavità in uno slancio d'ampre e di fede.
Il Finale, dopo il fortissimo impetuoso con cui ha inizio, ripete gli spunti tematici fondamentali dei temi precedenti, mentre, in contrasto con una parte dell'orchestra, i vioòoncelli ed i contrabbassi iniziano il recitativo che fa acquistare a questo tempo inusitati accenti musicali, e prepare alla soluzione, che può darci soltanto uno strumento più perfetto: la voce umana. L'orchestra ha iniziato una melodia cantabile, animata daun soffio di gioia che svolgendosi attrae a poco a poco tutti gli strumenti, e nella pienezza delle voci orchestrali, la passione insoddisfatta prorompe nuovamente in un grido selvaggio, ed allora ecco la voce umana che rivolge un incitamento a cantare in più liete e gioiose note.
Al suono di marzial fanfara una schiera di eroi prima di gettarsi nella mischia, canta:
Van gioisi nella gloria- Mondi, luci e vita a dar,
Ite, figli, ad esultar- come prodi in gran vittoria!
E conquistata la vittoria, con alternative di solennità e di animazione gioiosa, esprimono l'amore per l'umanità e per il Sommo Padre che sta sopra gli astri e sopra i tuoni, e che all'uomo diede la gioia perchè fosse felice.
ANALISI di MARISA CLEMENTONI

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